L’attico di Vincenzo

aprile 27, 2015 12:11 pm

VincenzoB

Cercate un’Azienda edile che curi la ristrutturazione del vostro appartamento prevenendo i vostri desideri? Vi stupisca per la professionalità e l’impeccabile precisione con cui le opere vengono eseguite e portate a termine entro i termini pattuiti o perfino un pochino prima? Non vi importuni con dettagli volgari come richieste di anticipi o stati di avanzamento lavori? E alla fine vi stenda con uno sconto sesquipedale che non avevate chiesto?

Anch’io. Ma stiamo divagando. Invece, vi devo dire della ristrutturazione di casa mia. Parliamo di un giardino d’inverno di circa 70 mq con annesso terrazzo a livello di 130 mq, nato per ospitare amici in circostanze amene, e da trasformare adesso in un piccolo attico destinato a mia abitazione principale. Perché, direte voi? Perché la vita cambia, dico io.

Il progetto ha inteso mantenere – o perfino accentuare – la grande luminosità della parte coperta, e la sua costante proiezione verso l’esterno, pur adattando entrambe le zone alla nuova e più prosaica destinazione d’uso. Fra gli obiettivi caratterizzanti, il primo è stato la minimizzazione delle barriere fra i volumi compositivi, in modo da ottenere un effetto loft senza sacrificare più di tanto la funzionalità. Il secondo, l’ottimizzazione dell’appartamento per l’uso di un single o di una coppia, in funzione delle circostanze. Il terzo, un design minimalista ma non tale da cancellare l’impronta dell’interiorità dell’occupante. Tutto questo entro vincoli burocratici che hanno imposto di conservare lo stato dei luoghi alla virgola.

Ci abbiamo lavorato in tre. Il sottoscritto ci ha messo indicazioni chiare, un po’ di competenza raccogliticcia, e (inevitabilmente) la grana (po’..po’..po’). Gianni Izzo (Lider Màximo di Covertec) ha curato il grosso degli aspetti tecnici (200 mq di superficie rettangolare esposta alle intemperie, da impermeabilizzare e coibentare con la disponibilità di un’unica pluviale in angolo, sono una sfida non da ridere) e quelli commerciali. Laura Bruno, architetto brava e sensibile, ha ascoltato, riflettuto, proposto, fatto, disfatto e fatto nuovamente; non so più quanto tempo abbiamo passato a consultare cataloghi, scegliere materiali, visitare fornitori (incluso un vivaista). Inevitabilmente ci siamo dati molti appuntamenti, e ho ammirato la sua puntualità. Quando sarà il vostro turno di lavorare con lei, ricordate però che Laura segue il fuso orario LET (Laura’s European Time), che è 35 minuti più indietro del nostro CET (Central European Time); per chiarirci, se Laura vi dà un appuntamento alle 16:00 LET voi dovete arrivare alle 16:35 CET.

Poi, finalmente, dal progetto si è passati al fatto, e qui ricordo con piacere tanti bravi collaboratori di Covertec. Di Saverio, esperto direttore di cantiere, non dimenticherò una telefonata alle 5 di una domenica mattina di luglio, quando una cellula temporalesca in area di alta pressione, invisibile in partenza ai satelliti, stava per esplodere 200 mm d’acqua nelle successive due ore sul mio terrazzo appena privato del massetto delle pendenze; abbiamo spalato come due disperati fino ad ora di pranzo, e miracolosamente quasi tutta l’acqua ha preso la strada di quell’unica pluviale di cui ho detto, e non degli appartamenti sottostanti. Con Massimo, valente elettricista e filosofo, abbiamo parlato di molti fatti della vita, trovandoci quasi sempre d’accordo. Michele, virtuoso piastrellista, ha reimpostato il massetto delle pendenze lavorando da solo con l’ausilio di una vista stereoscopica e di un longherone in ferro scatolato di tre metri, maneggiato ininterrottamente per ore ed ore come una spatolina; dopo un temporale serio, il terrazzo ora drena in 3 minuti netti. Gianni ha posato gli impianti termoidraulici con cortesia e precisione. Se non ho citato altri, non è sempre perché sono smemorato.

E adesso, immagino, vorrete sapere in breve com’è andata a finire. In un’altra pagina del sito di Covertec (‘La casa di Vincenzo’) potrete vedere tante – troppe – fotografie scattate da Gianni una sera di fine inverno in cui non tutto era ancora tirato a lucido; da discreto fotografo ormai in disarmo per protesta contro la tecnologia digitale potrei dirvi che io le foto le avrei fatte meglio, e forse le farò, ma al momento accontentatevi. Ciò che davvero conta è che, nonostante un discreto ritardo alla consegna e qualche erroruccio in genere corretto con solerzia, il risultato è certamente superiore alle mie aspettative. Vivo nella nuova casa da alcuni mesi, e noto che me ne allontano sempre a malincuore e sono contento di ritornarci. Questo significa qualcosa, vi pare?Auguri,

VB

vvbb1957@gmail.com

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